Aldo Lippi mi ha proposto di pubblicare il contributo che segue su un dibattito avviato da Gianfranco Micali nella chat del Gruppo Pistoia Bridge su WhatsApp, che molti soci hanno avuto modo di leggere e commentare, e di cui provo qui a sintetizzare quelli che mi sembrano i punti principali ai quali fa riferimento l’intervento di Aldo:

• Gianfranco Micali mette in discussione la funzione di circolo come verrebbe intesa al Circolo del bridge di Pistoia: si va soltanto per disputare un torneo “con il coltello tra i denti”, così finisce che sono sempre i soliti 4 gatti a frequentarlo 2 sere la settimana; e inoltre le coppie, sempre le stesse da anni o da decenni (“possibile che non si annoino mai?” si chiede), mostrano un marcato ostracismo nei confronti sia degli allievi che delle “vecchie ciabatte”. Invece il circolo dovrebbe essere un luogo di intrattenimento, di ritrovo, con servizi adeguati, dove talvolta riunirsi per giocare e scambiare quattro chiacchiere, e, se considerato in termini sportivi, dove potersi allenare, e fruire di prodighi consigli, con i migliori giocatori.
• Il Presidente Ferretti fa presente che non è facile la ricerca di una sede più adatta, che gli sforzi per essere più inclusivi possibile vengono fatti (vedasi anche l’attività pomeridiana con gli allievi, grazie a Luca Stilli), e che comunque l’attività fondamentale dell’Associazione “è quella di far giocare a bridge i propri soci in competizioni a livello di circolo e favorire la partecipazione a campionati”.
• Gianfranco Micali ribadisce che un’altra sede sede qualcosa migliorerebbe, ma è un aspetto marginale, quello che non condivide è che a Pistoia pare contare solo la competizione, a scapito del conversare e passare piacevolmente un briciolo di tempo.

(*) Qui il link all’articolo “Amarcord…” citato da Aldo

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